2023 

ALESSANDRO

1° modulo Death Doula  (Doula Nel Fine Vita corso Alzare il velo ndr), abbiamo partecipato in coppia, avendo l’interesse comune per la materia.

Corso molto stimolante, creato per dare da subito la possibilità di mettere in pratica quanto appreso.

Abbiamo particolarmente apprezzato il taglio proposto dalla docente, diretto e fattivo, molto concreto. Il suo stile ha fatto sì che da subito si creasse una positiva armonia nel gruppo, e questo ha agevolato sia l’assimilazione delle nozioni che la gestione nella pratica.

Siamo rimasti davvero soddisfatti e attendiamo con gioia di partecipare al 2° modulo.”

Corso molto stimolante, creato per dare da subito la possibilità di mettere in pratica quanto appreso.

Abbiamo particolarmente apprezzato il taglio proposto dalla docente, diretto e fattivo, molto concreto. Il suo stile ha fatto sì che da subito si creasse una positiva armonia nel gruppo, e questo ha agevolato sia l’assimilazione delle nozioni che la gestione nella pratica.

Siamo rimasti davvero soddisfatti e attendiamo con gioia di partecipare al 2° modulo.”

MARIAPIA 

Cara Nadia, 

con la frequentazione del corso da te organizzato mi ero principalmente proposta di ottenere risposte a domande che mi faccio di frequente e che spesso non riesco a soddisfare. Tu sai cosa ho dovuto superare e non sono sicura di averlo fatto interamente, almeno ci provo e quindi tutto quello che riesco a fare per venirne fuori mi è di aiuto. Frequentando il tuo corso ho ricevuto molte risposte, ad altre, con gli strumenti da te forniti, sono arrivata a lucide riflessioni che mi hanno dato modo di recuperare anche molta serenità. Quello che ho apprezzato tanto è la tua grande disponibilità all’ascolto, le tue risposte, sempre così mirate e centrate mi hanno dato una notevole mano a chiarire dubbi e incertezze. La strada da percorrere è ancora lunga, confido però nel tuo aiuto e nel tuo conforto. Grazie Nadia, sei una bella persona. Mariapia

LUISA 

Grazie Nadia per la bravura preparazione e competenza che riesci a dare e trasmettere nei corsi da te tenuti.io personalmente mi sento arricchita interiormente di tante conoscenze che mi hanno dato sostegno e aiuto. Luisa

PAOLO

Un radioso saluto a tutte/ti sono Paolo e non sono più un giovincello, devo dire che prima di iniziare il primo corso ero un po scettico sul come si avrebbe affrontato un tema così tenuto lontano dai miei pensieri. Devo dire che dopo aver sentito Padre Peter e Nadia , sono più sereno e la morte non mi fa paura . Il corso sulle radici genealogiche è stato molto stimolante per ricercare le mie origini, non solo per pura curiosità ma con la certezza di avere aiutato alcuni miei avi. Non mi resta che ringraziare Nadia e Padre Peter con la certezza di ritrovarci presto Paolo

Simona 2020

Cara Nadia, sto leggendo il tuo libro e ritrovo la persona splendida che ha accompagnato la mia famiglia durante la malattia di mio papà. Tu sei sempre entrata nella nostra casa come un raggio di sole. Il tuo sorriso aperto e le tue braccia sempre pronte a stringerci e a trasmetterci tutta la tua forza e la tua energia ci hanno accompagnati per più di un anno, un anno sicuramente non facile. A volte penso a come sarebbe stato senza di te il nostro cammino e non riesco a immaginarlo. Non riesco, perché tutto quello che tu ci hai donato e insegnato ha contribuito a lasciare andare mio padre con la serenità e la consapevolezza che nulla realmente finisce.
Ripenso ancora a quando stavi per entrare in casa e mio papà già abbozzava un sorriso. Quando sentiva suonare il campanello poi si illuminava e aspettava con ansia che tu spuntassi dalla porta e lo abbracciassi. Dalla cucina a volte vi sentivo ridere, altre non risuonavano parole ma si percepiva una grande serenità. Sono certa che mio padre abbia trovato in te la possibilità di aprirsi e camminare in strade inesplorate come fisicamente non riusciva più a fare. Finita la terapia, non sei mai scappata via, ma ti sei sempre fermata con noi a scambiare due chiacchiere, a farci sorridere con i tuoi aneddoti, a farci riflettere con le tue massime, a farci percepire che tutti noi, per te, eravamo importanti. Mai una volta ci hai fatto sentire il peso di lavorare a contatto con realtà così difficili e faticose, mai una volta abbiamo visto il tuo viso corrucciato o pensieroso, sempre ci hai donato grande energia, ci hai fatto sentire il tuo amore e ci hai permesso di vedere al di là della malattia e della sua inevitabile fine.
Grazie per tutto quello che hai fatto per noi. Grazie per questo libro che fin dalle prime pagine mi sta permettendo di capire più a fondo il miracolo che anche per merito tuo si è compiuto.
Vedere come si può vivere con serenità sia la malattia che la morte e come si può riuscire ad accettare di lasciare andare le persone che si amano forse sono stati i tuoi doni più grandi…


AGOSTO 2020

Parliamo di libri nell’angolo di Juliane Biasi Hendel:
Per morire bene e sereni ci vuole un’accompagnatrice preparata ed esperta, Nadia Varolo. Leggo la copertina del suo libro edito dal mio amico Rocco Fontana. Il titolo è chiarissimo Diario di un’ostetrica al contrario – Biografia di un’accompagnatrice nella morte e nel morire.

https://fontanaeditore.com/it/blog/parliamo-di-libri-diario-di-un-ostetrica-al-contrario.html

Fin da bambina mi chiedo cosa succede quando si muore e cosa si fa quando qualcuno muore. Quale sarà il comportamento giusto da adottare? Come ci si relaziona con chi sta per morire, sia come famigliare, sia come essere umano e sociale?

Le parole morte e morire fanno paura solo a pronunciarle però hanno anche il fascino del mistero. Fascino che mi spinge a leggere con curiosità questa sorta di libretto di istruzioni per morire più sereni e lasciar morire più sereni, soprattutto se siamo in presenza di una persona malata e ahimè inguaribile.

Sempre sulla copertina c’è il disegno di un uccellino bianco con un cuore rosso e sotto c’è scritto:
In appendice: VIA CRUCIS, le 15 stazioni che ci accompagnano nella sofferenza, nel dolore, nella morte e nel morire.

Pumpfff… e respiro profondo. Cosa so io di morte e morire? Non molto a parte che mi piace pensare che la morte è un viaggio nell’infinito.
Già, ma cosa succede nel processo del morire prima della morte?
E’ qualcosa da rifiutare o da reprimere come qualcosa di terrificante o piuttosto qualcosa da esplorare per conoscere meglio?

Nell’introduzione Nadia Varolo si rivolge a noi “Gentili lettori…” e si presenta come persona ed esperta che si occupa di morte e morire con gioia e curiosità. Ci chiede se abbiamo anche noi “una fiamma di interesse” o “un misto di interesse e di paura”.
Sì, penso, un misto di interesse e paura.

E a questo punto sono già contenta che Nadia Varolo abbia ascoltato la sua “voce interiore più forte e più vitale” paragonando la morte all’ ”orizzonte” , e a proposito di questo orizzonte aggiunge: “se ti vuoi avventurare per cercare di comprenderlo e per cercare di raggiungerlo, appare la paura perché perdi i confini, ti soffoca la vastità”.

Poi ancora Nadia ci racconta “scrivere della morte e del morire è come scrivere del mare; lo vedi, lo senti, lo respiri, ti sembra di abbracciarlo e poi ti accorgi che è lui che ti abbraccia”.

Leggo e mi riconosco, anch’io sono attratta dall’infinito e lo subisco con timore però mi piace. Percepisco “la particella di noi che “sa” . Con il sostegno di quella particella affrontiamo l’ignoto, perché essa “sa” cosa c’è oltre, ed è tranquilla”.

Entro allora nella vita di Nadia e contemporaneamente ripercorro la mia. Lei racconta in sintesi le sue parti formative del suo essere oggi. Il suo percorso non casuale comprende l’espansione dell’ascolto che si dirige verso energie sempre più sottili e comprende anche l’importanza della sua “presenza” .

La presenza importante di qualcuno accanto così necessaria nel viaggio verso la morte. Una presenza che ascolta nel profondo uomini, donne, bambini che incontra lungo il suo percorso.

Anche a Nadia avevano regalato un libro che parlava di morte, e anche lei continuava a metterlo da parte così come ho fatto io per qualche giorno, spostando in là, sempre più in là la lettura. Fa parte del gioco quando ci si addentra a leggere qualcosa della morte. Però poi qualcosa cambia.

La mia curiosità verso questo libro ha la meglio e mi accorgo che sono anche incuriosita da questa donna che esplora la morte fino a diventare una guida esperta.

Nadia offre la capacità di ascoltare, di “sentire” il bisogno di chi muore, anche di chi non sa più verbalizzare con chiarezza o che già da tempo si confronta con la separazione dal proprio corpo e per questo non ha più la “capacità di spostare il corpo nello spazio”.

In questo libro ritorna continuamente la parola “consapevolezza” e mi pare esserci un continuo invito ad addentrarci nel campo della morte con serenità e consapevolezza.
Serenità e consapevolezza che si possono allenare per “assorbire la verità” di ciò che accade. Morire fa parte del vivere. E Nadia Varolo si propone come compagna di ventura in questa esperienza.

Morire, ma non da soli, morire, senza la paura di morire. Nadia accompagna chi muore fino all’ultima porta, ma contemporaneamente accompagna anche i famigliari e gli amici che poi restano al di qua dell’ultimo cancello.

Nadia in questo libro racconta i suoi incontri, le persone, e di come si lascia attraversare dalle loro storie, spesso storie di dolore e sofferenza, ma anche storie di sorrisi e suggerimenti che emergono da una comunicazione tutta particolare.
Una comunicazione che contiene un’espressione propria attraverso un “contatto”. Un contatto che sostiene chi si trova su quel tratto di strada verso la separazione dalla vita.

Certo, anch’io mi sono chiesta mille volte «cosa ci sarà dall’altra parte?». La domanda eterna. Anche Nadia se lo chiede e nel suo libro racconta cosa ha esperito lei e come e con chi. E’ più che interessante ciò che emerge. Mi ricorda quando mi risvegliai da un coma a causa di un incidente in bicicletta. Per tre giorni ero da un’altra parte, poi, quando ritornai a me qualcuno mi accolse con un tocco. Sentire piano piano ritornare di nuovo il corpo e sentirne il peso e la gravità è un’esperienza indimenticabile.

Nadia continua a raccontare e a dare indicazioni riguardo al suo modo di sentirsi terapeuta. Concordo con lei perché sento che sono indicazioni che riconosco in quanto operatrice di Ortho Bionomy e in quanto fanno parte della mia ricerca artistica di Arte per il corpo. E il corpo è qualcosa di meraviglioso da esplorare e sperimentare, anche nella morte come ci suggerisce ancora Nadia. Dalla lettura emerge l’importanza del tocco che da lieve, come una piuma diventa profondo per sentire gli strati energetici del corpo.

Nadia ci dice: «Sono io che apprezzo la “facilità” con la quale l’anima lascia il corpo. Soprattutto apprezzo gli svariati modi che hanno le persone per lasciare e morire. Ognuno ha il suo metodo…»

Chi ci terrà per mano alla fine, chi sarà la nostra “l’ultima madre”? “Il morire ha un processo chiaro, strutturato, ancestrale, esattamente come il parto”.

Ecco a cosa serve un libro come questo, serve a riflettere tra le righe sulla nostra paura della morte, anche in termini di cittadini della cultura occidentale. Qui, noi lettori, possiamo sostenere Nadia nel suo progetto affinché si possa giungere a un’evoluzione spirituale tale che comprenda il morire e la morte come parte integrante del nostro viaggio terreno e come qualcosa di naturale.

Ora penso che è bello sapere che esiste qualcuno che ci voglia accompagnare anche solo fino all’ultimo bivio. Nadia Varolo propone un percorso attraverso 15 stazioni, come nella Via Crucis, e ha gli strumenti per percorrerla assieme a chi muore affinché la morte possa essere il soffio della trasformazione.


Raffaela 2020

Agosto 2020. Da un anno soffro di sciatica. Un fastidio che mi accompagna sempre e diventa dolore quando sto in piedi ferma o stesa. La notte è il momento più critico, perché ho solo le posizioni sul fianco che riesco a tenere. Di certo non c’è nulla di grave perché se mi muovo sto meglio, anzi riesco a camminare in montagna e ad andare in bici.
La radiografia al bacino e alla schiena confermano una situazione lievemente compromessa, ma non importanti malposizioni. Ho effettuato varie terapie: chiropratica, iniezioni di ozono, massaggio decontratturante, farmaci antiinfiammatori; il dolore si attenua, ma poi torna uguale.
Nonostante le terapie, la situazione da maggio peggiora, il fastidio si sta trasformando in dolore continua e anche le posizioni sul fianco non mi permettono di dormire! Sono sofferente, provata e sempre stanca.
Decido quindi di affidarmi a Nadia Varolo, mia cara amica, ma che ora mi accoglierà come una paziente.
Mi propone una giornata con lei per studiare la mia situazione organica, ma anche quella emotiva ed energetica, collegate a questo dolore che mi accompagna da tanto tempo. Ci incontriamo un sabato e stiamo insieme alcune ore.
Due giorni dopo inizio a stare molto meglio, il dolore è lieve, appena sveglia, poi non lo sento più! La notte dormo, riposo molto meglio e recupero energia utile nella giornata.
Ora che son passate due settimane, mi sento pronta per scrivere questa recensione.
Cosa abbiamo fatto di magico in quella giornata? Non lo so. Io posso elencare delle attività che Nadia ha pazientemente selezionato per me in modo personalizzato: prima di tutto una precisa analisi dal punto di vista organico studiando i miei referti e le radiografie; poi un bilancio fisiologico, grazie al quale in base alle caratteristiche del dolore si va a individuare i punti strutturali coinvolti, nel mio caso le vertebre L3, L4, L5 e S1.
Poi un lavoro di riflessione cognitiva, con letture da un testo che associa alle emozioni il tipo di patologie e i vari distretti corporei.
Poi un lavoro di drammatizzazione.
Poi un lungo lavoro sul corpo con posture, tocchi e massaggi condotti da Nadia, per finire con il rilassamento.
Infine a casa, nei giorni successivi, ho scritto le mie riflessioni, secondo le indicazioni della mia grande terapista Nadia Varolo.
Ecco la mia ricetta della magia di Nadia.


NadiaT: TOCCARE CON IL CUORE

Nei mesi di settembre e ottobre 2012 ho partecipato al corso “TOCCARE CON IL CUORE” presso la APSP Civica tenuto da Varolo Nadia. Per me è stata una esperienza nuova che ho voluto provare e dalla quale sono uscita con un nuovo “bagaglio” per potermi avvicinare con modi appropriati alle persone anziane e non. Posso dire con convinzione che Nadia fa sentire a proprio agio subitole persone e questo l’ho potuto constatare sia di persona che vedendola lavorare presso la sede della casa di riposo dove ho la mia mamma. Quello che ho appreso partecipando al corsolo sto mettendo in pratica in questo periodo, in quanto con la mia mamma non c’è quasi più comunicazione verbale, ma sento che con l’approccio del “tocco” lei mi sente e apprezza perché risponde con un sorriso. Consiglierei questi corsi a tutte quelle persone che hanno un familiare o un conoscente ammalato oppure per loro stessi per arricchirsi di una nuova esperienza di vita. NadiaT.


Maddalena G: Toccare con il cuore

Nell’autunno 2012 ho seguito il corso tenuto da Nadia Varolo “toccare con il cuore”. Sono stati incontri estremamente utili che mi hanno aperto nuove prospettive nella relazione con gli anziani ed in particolare con mia madre. Mi sono trovata con altri partecipanti a me sconosciuti: ma in quel contesto mi ha sorpreso la capacità di ognuno di noi ad aprirsi in maniera sorprendente ed a raccontarsi nelle pieghe più profonde ed intime. Ho imparato a conoscere ed analizzare aspetti di me stessa impensati; a  capire come gestire le mie risorse per comunicare nel miglior modo possibile con chi ne ha bisogno.   Maddalena G.


Lucia D: Dicono dei corsi

Desidero ringraziare di cuore per la possibilità di aver partecipato al corso. E’ stato veramente interessante sia a livello personale che di aiuto per relazionarsi meglio con i parenti nella fase di accompagnamento. Si percepiva la forte motivazione e la grande preparazione come docente del corso. Spero che molte altre persone abbiano l’opportunità di frequentare un corso così.

Lucia D.


Massimiliano: LA MORTE E IL MORIRE

Immagina un fiume che scorre, dove sta andando?
Poi esci di casa e vai a vedere un fiume che scorre, passa, scivola via e va! Ma dove sta andando?
Qual è il suo destino ?
Immagina un essere umano che sopravvive, dove sta andando?
Poi esci dalla routine quotidiana e chiediti…

Dove sto andando?
Qual è il mio destino?
Inizia il corso dal titolo “LA MORTE E IL MORIRE” e tra me e me mi chiedo, dove sto andando?
Al corso! Mi rispondo.
Sei sicuro di volerci andare? No non sono sicuro! Ho paura !
Nella tua vita sei sicuro di volerti chiedere dove stai andando? No non sono sicuro! Ho paura.

Una grande possibilità esiste… scoprire dove stiamo andando. Prendere confidenza con questi due aspetti “LA MORTE E IL MORIRE” mi ha aiutato ad avere più passione, vitalità e gioia verso la vita e a comprendere che chi non diventa amico della morte non può essere amico della vita.

immagina un essere umano che vive! Sa dove sta andando, sa vivere intensamente, non si vergogna di piangere, non ha paura di chiedere aiuto! Ha imparato a riconoscere molti aspetti dove la morte è presente, dove il morire è un processo in continua perpetuazione. Conosce l’importanza del ridere, dello scherzare e del divertirsi… Ha una grande sensazione che alberga dentro di lui… liberi di essere, liberi di aver tentato di preparare nel migliore dei modi il culmine della vita, per poter entrare in una dimensione nuova consapevoli di essere ancora vivi.

Grazie a tutti i miei compagni di viaggio, grazie Nadia.

Massimiliano


Daniela: LA MORTE NUTRE LA VITA

Già il titolo è una grande promessa di quanto il percorso è in grado di offrire.

Io ho conosciuto Nadia ascoltando una sua conferenza, nella quale si autodefiniva come un’ostetrica al contrario e l’immagine mi è piaciuta moltissimo, convinta che anche nella fase finale della nostra vita sarebbe meraviglioso avere vicino qualcuno che ci accompagni a “lasciare”.

Nel frattempo è morto mio padre e, quando ho saputo che avrebbe condotto un percorso teorico-esperienziale di approccio alla morte e al morire, ho immediatamente pensato di parteciparvi. Poi, nei giorni successivi, è intervenuta la mente, con i suoi pensieri killer, a cercare di distogliermi,  dicendomi che non ci sarei riuscita, che mi sarei trovata a disagio, anche a causa del mio carattere timido e riservato. Seppure con una certa perplessità e apprensione, mi sono comunque iscritta. E per fortuna! Devo riconoscere a Nadia, oltre ad una indiscussa professionalità, una grande attenzione e sensibilità verso ciascuno dei partecipanti, aiutando a “far uscire” quando era possibile e fermandosi quando il momento non era opportuno, anche perché gli argomenti trattati vanno a toccare corde e vibrazioni molto intime e forti. Oltre ad aver percorso insieme tutte le tematiche proposte nel volantino di presentazione, il corso è stato anche uno spalancare gli occhi su tanti mondi diversi, con moltissimi imput per eventuali approfondimenti: una ricca bibliografia, consigli su film, riferimenti ad altre persone che si occupano delle varie tematiche, indirizzi di siti internet correlati, nonché la “lettura” e la condivisione delle situazioni particolari e delle casualità (?) che ciascuno di noi ha vissuto durante il viaggio. Anche questo per me è stato molto interessante e ricco di stimoli. Sono convinta che l’esperienza sia stata importante in questo momento della mia vita, ma sicuramente mi sarà di aiuto, per me stessa o per persone care, nel momento in cui qualcuno di noi sarà chiamato a percorrere altri sentieri, ora un po’ meno misteriosi e invisibili di prima.

Quindi complimenti e grazie a Nadia, ai miei compagni di viaggio e anche a me stessa, per aver scelto il cuore e non la mente.

Vorrei dedicare a tutti un pensiero che ho letto e che mi piace molto:

“L’intensità di una vita non si misura con il numero dei respiri, ma in base ai luoghi e ai momenti che ci hanno fatto mancare il fiato.”

Quindi, impegniamoci a riconoscere la preziosità di ogni singolo giorno e poi, quando la morte ci sorriderà, perché non potrebbe regalarci una meravigliosa sorpresa, tanto bella da lasciarci senza fiato?

Daniela


Sabrina: LA MORTE NUTRE LA VITA

Ho partecipato al corso LA MORTE NUTRE LA VITA  proposto da Nadia Varolo. Sono state 7 giornate molto interessanti che mi hanno permesso di esplorare me stessa, di imparare delle cose nuove e aprire gli orizzonti mentali. La parola migliore per condensare l’esperienza è ‘stimolante’.

Sabrina